«Il taglio al Fondo Patronati è la prova provata di quanto il premier Renzi stia sbagliando. La sua scelta di decurtare quel fondo di 150 milioni di euro – che ricordo sono soldi versati dai lavoratori e non provenienti dalla fiscalità – non mette in difficoltà i sindacati, come lui auspica; bensì le migliaia di cittadini che ogni giorni si recano al Patronati per essere assisiti in modo gratuito. Togliere ai lavoratori soldi che loro stessi hanno dato non solo è un’ingiustizia sociale, ma è anche un atto con un forte retrogusto anticostituzionale».
Con queste parole il segretario generale della Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani ha dato il via al presidio di Cgil, Cisl, Uil e Acli dell’Emilia Romagna, sotto la Prefettura di Bologna, contro il taglio al Fondo Patronati. Presenti anche gli operatori dei patronati aderenti al CE.PA (coordinamento che raggruppa i principali patronati Acli, Inas, Inca e Ital).
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Emilia Romagna e il presidente regionale del patronato Acli sono stati poi ricevuti in Prefettura per consegnare una lettera al Prefetto corredata di un dossier sul ruolo e il valore dei patronati.
«I sindacati non fanno business – ha proseguito il segretario generale della Uil Emilia Romagna e Bologna -. Noi assistiamo persone che vivono con 700-1000 euro al mese e che, con questa riduzione ingiusta del Fondo, rischiano di finire nelle mani di speculatori. Quanto ha deciso il premier Renzi nella legge di Stabilità è inaccettabile da tutti i punti di vista. Non fosse altro perchè sottintende ad un modello di società che non possiamo che condannare dove il debole non ha voce nè tutele e i poteri forti sono sempre più forti. Oltretutto, vorrei chiedere al presidente del Consiglio: che fine faranno i 150 milioni tolti ai Patronati?».
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