«L’Emilia Romagna ha fatto boom. Peccato però che questo boom non parli di posti di lavoro in crescita vertiginosa o di imprese che corrono a tutta birra perché il mercato tira», commenta il segretario generale della Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani.
No il boom, scovato dal nostro bravissimo ufficio studi guidato da Guglielmo Loy (perché come spesso accade certe informazioni sono ben nascoste sotto il tappeto), racconta di un poltronificio becero che grava e tanto sui portafogli degli emilia-romagnoli. Una macchina trova-lavoro per politici a fine corsa o per amici da sistemare.
In regione si contano 747 tra società, consorzi, enti e Fondazioni – siamo terzi dopo Lombardia (1.390) e Veneto (755) – sulle cui poltrone siedono la bellezza di 4.789 consiglieri di amministrazione. E sono tutte reatà societarie partecipate dal pubblico. Una folla di poltrone soprattutto se si pensano alle 1.751 lombarde e alle 2.388 venete, precedute in questo caso dai 3.486 del Friuli-Venezia Giulia.
Un triste record che conferma ciò che la Uil ha sempre sostenuto: è quanto mai urgente abbattere i costi della politica. Vanno aggrediti con forza e vigore perché lì si annida un immane spreco e soprattutto lì vi è la possibilità di recuperare quelle risorse necessarie che darebbero un po’ di ossigeno, ad esempio, ai servizi, al welfare, alla scuola oppure al mondo del lavoro. Per non parlare dei pensionati che vivono con pensioni bloccate da anni. Un suggerimento alla politica ‘buona’: perché non destinare gli euro recuperati dalle poltrone di platino per rimettere in ‘assetto’ le pensioni così come impone l asentenza della Consulta?
La Uil, tutto questo lo sostiene da tempo immemore. Sono anni che noi ci battiamo per abbattere i costi della politica, quella politica fannullona che non amministra perché solo capace di sedersi sugli scranni d’oro.
Lo studio della Uil
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