I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su banco nella Legge di Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini. Se venissero confermati, questi istituti – che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali – non potrebbero più garantire i servizi finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di perdere il posto di lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone.
Una scelta scellerata che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che rimangono l’unico welfare gratuito a favore di disoccupati, pensionati, lavoratori, cittadini stranieri e degli italiani all’estero. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto.
Il taglio di 150 milioni di euro al fondo patronati e la riduzione del 35% dell’aliquota previdenziale destinata ad alimentarlo non costituiscono una risparmio per nessuno. Lo 0,226% di contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi gratuiti dei patronati.
Per svolgere lo stesso lavoro, la Pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6mila nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5mila persone. Il costo complessivo per la Pubblica amministrazione (Inps, Inail e ministero dell’Interno) sarebbe di 657 milioni di euro.
Per contrastare questa misura – che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese – i patronati d’Italia – Acli, Inas, Inca e Ital – avvieranno una mobilitazione sia a livello nazionale che locale per sensibilizzare l’opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l’importanza di modificare immediatamente la proposta contenuta nella legge di stabilità.
Dal 29 ottobre partirà la petizione ‘No ai tagli ai patronati’ per raccogliere le firme dei cittadini e della cittadine in tutte le sedi dei Patronati per chiedere al Governo modifiche sostanziali alla norma.
Nel mese di novembre Acli, Inas, Inca e Ital promuoveranno la giornata nazionale della tutela con manifestazioni territoriali per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi conseguenti la consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela di lavoratori, lavoratrici, pensionati, disoccupati, cittadini stranieri, italiani all’estero e famiglie.
Inoltre saranno organizzati presidi territoriali davanti alle sedi dell’Inps, dell’Inail e delle Prefetture che accompagneranno la discussione parlamentare sulla legge di stabilità.
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