«Il Governo – spiega il segretario confederale Uil, Domenico Proietti affiancato dal segretario generale Uil Er e Bo, Giuliano Zignani durante il ‘Cambiare le pensioni. Dare lavoro ai giovani’ organizzato da Cgil-Cisl-Uil Emilia Romagna- si deve assumere la responsabilità e deve fare una scelta a favore di una rivisitazione del sistema pensionistico. Una rivisitazione iniziata lo scorso anno in modo positivo e che quest’anno deve continuare. In particolare si deve pensare alle pensioni future dei giovani, eliminando alcuni meccanismi che le penalizzano. Bisogna valorizzare il lavoro delle donne che sono le più penalizzate nel nostro sistema previdenziale. E noi, con la nostra proposta, vogliamo metterle allo stesso livello degli uomini. Inoltre, bisogna rilanciare la previdenza complementare: abbiamo il miglior sistema al mondo dei fondi pensione. Un sistema studiato da tutto l’Occidente perché, in anni di crisi, ha dato ottimi risultati. Infine, bisogna finalmente separare la spesa previdenziale da quella assistenziale.
Presupposto per tutto ciò è il blocco del legame all’aspettativa di vita previsto per il 2019. E’ inconcepibile che l’Italia possa elevare ancora l’età di accesso alla pensione che è la più alta in Europa: la Germania arriverà a 67 anni nel 2030. Noi abbiamo 3 anni più rispetto agli altri paesi europei. Eccoperché bisogna bloccare questo e fare una analisi settore per settore perché non in tutti i lavori c’è la stessa aspettativa di vita. Noi non vogliamo abolire questo meccanismo lo vogliamo però rendere selettivo e realmente rispondente alla realtà del mercato del lavoro.
Con molta forza, abbiamo posto questi temi. Le reazioni del Governo, nell’ultima settimana, non sono propriamente positive. Pensiamo che il Governo debba cambiare idea e lo può fare perché non esiste un problema di risorse: la spesa per le pensioni in Italia è l’11%, un punto meno della Francia e mezzo punto in meno della Germania. In questi anni è stata fatta una gigantesca operazione di cassa sulle pensioni non solo con la Legge Fornero perché hanno continuato anche dopo. Ade esempio: venne istituito un fondo per lavori di cura dove andarono tutte le risorse risparmiate dall’innalzamento di età di accesso delle donne alla pensione del pubblico impiego. E anche il fondo per lavori usuranti non è stato utilizzato. Per non parlare di una parte consistente di risorse avanzate dagli esodati e anche dall’opzione donna. In tutto sono 5 miliardi di euro spariti, andati a coprire il deficit di bilancio erano stati stanziati per la previdenza sono andati in economia.
Chiediamo di riprendere una parte di queste risorse e di rimettere nel sistema perché solo in questo modo si ridà fiducia al paese. Abbassare leggermente l’età di accesso alla pensione come noi proponiamo in maniera realistica significa anche sbloccare il turn-over del mercato del lavoro, si riempiono la bocca di dire che fanno le cose per i giovani: è il sindacato che ha sempre tenuto insieme i giovani , i lavoratori e gli anziani questo il modo di procedere. E noi pensiamo grazie alla mobilitazione che stiamo svolgendo nel paese dovranno darci delle risposte positive».
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