La Uil trascina l’Alma mater di Bologna davanti al giudice del lavoro. La materia del contendere sono le cosiddette progressioni economiche orizzontali (Peo), in sostanza gli aumenti in busta paga per i dipendenti dell’Ateneo, bloccati dal 2015. Sono circa 2.700 i lavoratori che avrebbero diritto a una cifra che va da un minimo di 400 a un massimo di 2.400 euro all’anno (per la maggior parte di parla comunque di circa 800 euro). Garantire il salario accessorio a tutti significa, per l’Universita’ di Bologna, stanziare 2,5 milioni di euro.
“I soldi ci sono, l’Ateneo e’ sano- afferma Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil- ma dal 2015 inspiegabilmente il rettore ha deciso di non erogare le risorse. E’ una presa di posizione solo politica, hanno deciso di dare i soldi come e quando vogliono loro. Anche di non darli, mettendo in discussione un principio insindacabile conquistato col contratto integrativo”. Sulla questione, pero’, con l’Ateneo “non si riesce a raggiungere un accordo- afferma ancora Zignani- ho incontrato il rettore un mese fa, ma continua a traccheggiare. Quindi non ci resta altro che andare davanti al giudice del lavoro e fare causa all’Ateneo”.
La Uil ha chiamato come consulente il giuslavorista Piergiovanni Alleva, che ha gia’ ipotizzato una strategia. Ovvero, tentare la via di una procedura abbreviata chiedendo alla sezione lavoro della Cassazione di pronunciarsi sull’interpretazione della norma. “In un anno si puo’ arrivare alla sentenza”, sostiene Alleva, che precisa: “Non e’ una rivendicazione, l’obiettivo e’ fare chiarezza, nell’interesse di tutti”.
Il punto e’ stato fatto oggi in un’assemblea dei lavoratori convocata dalla Uil in aula universitaria di via Belmeloro. “Le Peo sono un elemento tradizionale dell’impiego pubblico, che non puo’ essere eliminato- spiega ancora Alleva- non e’ automatico per tutti, ma il lavoratore ha diritto almeno a una valutazione. E’ una chance che non puo’ essere negata in modo pregiudiziale”. Le progressioni economiche per il personale dell’Alma Mater sono mancate nel 2015 e nel 2016 e sono a rischio anche per il 2017. “Vogliamo solo riaffermare un principio- insiste Zignani- non possiamo essere tenuti sulle spine ogni anno”. Chiosa Raffaele Pileggi, esponente Uil e Rsu d’Ateneo: “Ubertini e’ stato eletto grazie al voto decisivo del personale, ma ha tradito la nostra fiducia. E’ la cosa peggiore per chi, come me, ha creduto nella sua elezione a rettore”.
(Fonte Dire)
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